Un passo avanti verso il ritorno sulla Luna attraverso la collaborazione internazionale!

Una trattativa difficile ma che io ritengo necessaria per arrivare all’esplorazione ed allo sfruttamento condiviso delle risorse del sistema solare.
Sarebbe importante partire con il piede giusto! Il Gateway sarà una pietra miliare in questo percorso ed è per questo che è auspicabile che un accordo russo-americano vada a buona fine.
Certo la NASA sulla Luna ci tornerà nel 2024, o giù di lì, con o senza i russi, non solo perché lo ha detto Trump ma perché lo avrebbe detto, o lo dirà, qualsiasi altro presidente repubblicano o democratico. Realizzare questa base lunare con anche la partecipazione russa, oltre che canadese, europea e giapponese, sarebbe veramente una bella partenza.
Se fosse un mondo saggio, io ci vedrei bene anche Cina e India!
Vi propongo questo articolo di Alive Universe che parla proprio di questo.

Commento di Luigi Borghi.

La Russia parteciperà al Gateway lunare?

In base a quanto riferito dall’agenzia di stampa RIA Novosti, il Roscosmos ha formalmente ricevuto dalla NASA un memorandum di partecipazione al Lunar Gateway ma i dettagli sulla cooperazione russa ancora non sono definiti.
Il Lunar Gateway è parte del programma internazionale Artemis, coordinato dalla NASA, che ha l’obiettivo di riportare l’uomo sulla Luna e di stabilire una presenza stabile sul nostro satellite.
Si tratta di una stazione spaziale cislunare, a 5 giorni di viaggio (o circa 400.000 chilometri) dalla Terra, la cui costruzione dovrebbe avvenire entro il prossimo decennio. Avrà alloggi e laboratori ma, a differenza della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dove c’è sempre un equipaggio a presidiare l’avamposto, questa sarà occupata solo temporaneamente dagli astronauti che transiteranno in prossimità della Luna per le loro missioni. Ovviamente, lo scopo principale sarà supportare gli allunaggi e le spedizioni verso Marte ma il Gateway potrà servire come punto di ricerca, di appoggio per missioni robotiche e per far pratica di vita lontano dalla Terra. La NASA ha calcolato che ci vorranno solo 5 o 6 lanci per completarlo (a differenza dei 34 che ci sono voluti per la ISS).

Molti dei partner internazionali che ora frequentano la Stazione Spaziale, inclusa la Russia, si sono sempre mostrati favorevoli alla visione statunitense sull’esplorazione spaziale.
Roscosmos e NASA avevano firmato il 27 settembre 2017 una dichiarazione congiunta sulle strategie future. Tuttavia, il recente rilancio dell’Accordo Artemis per lo sfruttamento delle risorse in loco sulla Luna e nello spazio in genere, è apparso come una presa di posizione troppo forte nei confronti della Russia e di altri paesi che, almeno per il momento, non saranno coinvolti. In ogni caso, nonostante qualche battibecco e commento piccato, la diplomazia sta andando avanti: il 26 maggio, il direttore della NASA, Jim Brydenstein, ha dichiarato che l’agenzia spaziale americana ha avanzato una serie di proposte di cooperazione per il Gateway al Roscosmos.
I dialoghi si erano arrestati tre anni fa, quando Dmitry Rogozin, direttore dell’agenzia russa, dichiarò che il suo paese non avrebbe partecipato ad un progetto nel quale non era stato offerto un ruolo abbastanza ampio.

Tre sono i moduli per ora confermati:

  • Power and Propulsion Element (PPE), progettato per produrre energia elettrica, prodotto da Maxar Technologies.
  • Habitation and Logistics Outpost (HALO) chiamato anche Minimal Habitation Module (MHM) e precedentemente Utilization Module, costruito dal Northrop Grumman Innovation Systems. Si baserà sul cargo da rifornimento Cygnus e sarà un modulo abitativo completo in grado di supportare un equipaggio di 4 persone per 30 giorni.
  • European System Providing Refueling, Infrastructure and Telecommunications (ESPRIT) sarà un modulo di servizio per immagazzinare xenon e idrazina e sarà un punto di attracco per i cargo.

Tuttavia, la situazione è in continua evoluzione: la NASA sta apportando continue modifiche in corsa ai suoi piani per raggiungere l’obiettivo imposto dall’amministrazione Trump di riportare l’uomo sulla Luna entro il 2024.
In occasione di una riunione del Human Explorations and Operations Committee della NASA del 13 maggio scorso, Doug Loverro, amministratore associato della NASA per l’esplorazione e le operazioni umane, ha affermato che l’agenzia ha deciso o sta prendendo in seria considerazione l’adozione di modifiche alla fase iniziale del programma Artemis, al fine di ridurre sia i costi che i rischi.
Forse il più grande cambiamento in vista è il piano di il lancio degli elementi iniziali del Gateway lunare.
Invece di lanciare PPE e HALO separatamente ed assemblarli in orbita, ora sembra che saranno agganciati a Terra e poi spediti nello spazio con un solo viaggio, che dovrebbe avvenire a novembre 2023. Inoltre, mentre prima il Gateway era essenziale per il ritorno dell’uomo sulla Luna, ora non lo è più e non sarà pertanto fondamentale per la missione Artemis 3 con la quale gli umani metteranno di nuovo piede sul nostro satellite.
Inoltre, anche se la decisione non coinvolge direttamente il Gateway, la NASA sta valutando un cambiamento nella missione Artemis 2, il primo volo con equipaggio di Orion. Loverro ha riferito che l’agenzia prevede di aggiungere un “appuntamento e operazioni di prossimità”, per accelerare i test dimostrativi.

Di: Elisabetta Bonora 01/06/2020

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